Gli sprechi alimentari, purtroppo, sono tantissimi. Ma non sono tutti uguali.

Il Waste Resources Action Program (WRAP) propone una definizione di sprechi alimentarti distinguendoli in tre categorie:

  • evitabili (cibo e bevande finiti in spazzatura ma ancora edibili, come pezzi di pane, mele, carne, ecc.)
  • possibilmente evitabili (cibo e bevande che alcune persone consumano, per esempio le croste del pane, e altre persone no; ma anche il cibo che può essere consumato se cucinato, per esempio la buccia di patate)
  • inevitabili (ossi di carne, bucce d’uovo, d’ananas ecc.).

E, nonostante grazie a piccoli accorgimenti potremmo fare del nostro meglio per cercare di evitarli, secondo diversi studi questi sprechi sono aumentati a dismisura negli ultimi anni.

Ma quali sono gli sprechi alimentari più comuni, di cui non ci rendiamo nemmeno conto?

  • La frutta e la verdura, che magari acquistiamo in abbondanza nel weekend per tutta la settimana, e che magari non riusciamo a consumare tutta prima che diventi vecchia o faccia la muffa;
  • I prodotti con confezione troppo grande: acquistare i “formati convenienza” non sempre fa bene. A volte, cediamo alle tentazioni di questi formati mega pensando di risparmiare. Ed è vero, magari è un risparmio nel breve termine… ma siamo sicuri che riusciremo a consumare tutta la confezione?
  • Gli avanzi: ad esempio, dopo aver fatto un estratto di frutta e verdura, non buttiamo la parte avanzata, lo “scarto” dell’estrattore. Possiamo riutilizzarlo per creare altri gustosi piatti! Ci sono tantissime ricette online, come in questo articolo de La Cucina Italiana.